Parlare di motiv-azione…?
Parlare di motivazione attribuendole un
significato di azione / stimolo ad agire, ci porta al rapporto che essa
indubbiamente ha con le emozioni: ciò che motiva emoziona e ciò che emoziona
motiva. Questo non è un banale gioco di parole, ma l’essenza di un rapporto
speculare tra due costrutti complessi, quali appunto motivazione ed emozioni,
all’interno del quale il rimando uno all’altro, riporta nella giusta
considerazione la prima risollevandola, per così dire, dallo stato di secondo
piano attribuitale da molti autori e ben rilevabile dallo stato dell’arte.
La lettura che si propone è quella della
motiv-azione , che va quindi a rimodulare il significato intrinseco quale primo
fattore dell’agentività: essa, nella sua duplice essenza di azione e valore,
trova il fondamento primario ricongiungibile in seguito a tutte le altre
componenti che si svelano allo studio dell’agire umano , e non viceversa, in un
visione dialogica di sistemi: a partire dal sistema motivazionale, campo ancora
aperto ad un indagine importante anche per l’apporto delle neuroscienze che
molto hanno da offrire in tal senso ad una ricerca olistica.
Contestualizzare la motiv-azione in ambito
scolastico, ci offre la possibilità di reimpostarne la funzione, rendendola non
solo essenziale all’apprendimento, ma aprendone una vision prettamente
inclusiva, che in precedenza mai , o solo secondariamente , le veniva
attribuita . La valorizzazione delle emozioni si pongono allora nell’ottica di
rafforzare la motivazione ad agire nel rispetto dell’altro , delle sue
differenze, della sua unicità e di tutto ciò che ne rappresenta una
manifestazione per una  “cultura dell’unicità” che si realizza in un
agito-pensato , in una meta-motivazione che si svela come forza generatrice di
un’azione educativa senza precedenti, della quale l’attuale società potrà 
solo che beneficiarne.
MOTIV-AZIONE NELLA PRATICA PEDAGOGICA
SCOLASTICA ?  
Motivare nella scuola assume il duplice
aspetto relativo all’apprendimento (nei termini noti di conoscenze, abilità,
competenze) e alla formazione educativa  della persona mirata alla sua
autorealizzazione ed alla sua  realizzazione sociale . In tal senso la
motivazione si pone come presupposto di ogni relazione ed ancor più in quella
tra discente e docente: al di là delle sue componenti indispensabili per
portare a compimento degli obiettivi didattici (autoefficacia, padronanza della
disciplina ecc. ) , sarà centrale la motiv-azione che scaturisce dalla
comunicazione delle emozioni e dall’affettività :chi non ricorda di essere
riuscito meglio nella materia del prof. di cui si aveva più stima ? O di
essersi maggiormente dedicato alle materie dei professori con i quali si era
instaurato un rapporto affettivo e complice, d’intesa e sincronia, con la
sensazione di sentimenti piacevoli, di riuscita, di gioia? La piacevolezza,
legata all’idea di farcela ed alla soddisfazione percepita per la realizzazione
degli obiettivi, si pone come condizione necessaria e si realizza attraverso
una corretta comunicazione motivante cioè dialogica, trasparente, diretta e
necessariamente positiva, tesa all’accoglienza dell’altro ed alla trasmissione
dello stato di benessere in cui agire, ancor prima che di transfert delle
conoscenze. Un altro importantissimo aspetto pragmatico pedagogico, che punta
ad un apprendimento significativo e profondo, si attua quando il docente si
pone come un allenatore, un coach che, a sua volta motivato, cercherà di
attuare una didattica agita, di far imparare facendo, mettendo in azione mente
e corpo cioè motiv-azionandosi e motiv-azionando. Sempre a tal fine occorrerà
spesso ricorrere a metodologie che prevedano la ludicità e il movimento mentale
e fisico, inteso anche come duplice funzione del gioco a squadre , in teams,
affinchè gli alunni siano parti di un tutto  dialogante atto ad 
imparare interagendo, ad acquisire nuove competenze, nuovi modi di
approcciarsi, di  risolvere problemi e in  divenire: cioè attori al
centro del processo di maturazione che li renderà persone capaci,
competenti  e, perché no, Consapevolmente felici.    

 
 
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